Ospite d’eccezione, venerdì 24 marzo, alle ore 18.30, alla conferenza che si svolgerà presso “La Casa della Cooperazione” a Palermo, per gli eventi organizzati da Mete Onlus (Multiculturalism, Earth, Territory, Education), nell’ambito della XIX Settimana d’Azione Contro il Razzismo promossa dall’UNAR – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità, Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica con il Progetto: “Democrazia. Azioni Globali e Rispetto della Persona”.
Si tratta di Remon Karam, Mediatore Interculturale egiziano, arrivato con uno sbarco, da solo a 14 anni nella città di Pozzallo, laureato all’Università Kore di Enna, con il sogno di diventare Ambasciatore del suo Paese.
Quella di Remon Karam, un giovane egiziano oggi 23enne, è una storia di resilienza, di coraggio ma anche di riscatto e voglia di vivere. Il suo sogno era cercare un futuro migliore rispetto a quello che potesse avere ad Alessandria d’Egitto. Remon viveva la guerra, ha visto uccidere il proprio cugino, sparato in testa davanti a una chiesa la notte di capodanno. Poi la decisione, difficile ma coraggiosa, di fuggire di casa.
Dal Cairo arriva ad Alessandria d’Egitto, dove è stato trattenuto per 5 giorni, fino a quella settimana di viaggio che definisce ‘tra la vita e la morte’, su un barcone con 180 persone tra siriani ed egiziani, musulmani e cristiani, dove tutti mangiavano riso cotto con l’acqua salata del mare e mischiata con benzina che si trovava nel tappo della bottiglia.
Il suo è stato un viaggio disperato, di fronte a una distesa d’acqua che non aveva fine, senza qualcuno che lo aspettasse in Italia. Oggi Remon è riuscito ad affermarsi, grazie alla sua tenacia e alla sua resilienza, dimostrando che la vita è un dono che non va sprecato.
E’ stato all’eletto componente della Commissione dei Garanti all’Università Kore di Enna e vorrebbe essere ambasciatore egiziano in Italia e lavorare al Parlamento europeo per combattere per l’immigrazione e per i più deboli, perché il suo sogno è quello di fare del bene a tutta la comunità e a tutte le persone che vivono male altrove.
Con lui saranno presenti, tra gli altri, Sara Baresi (Direttore Generale OIDUR), oltre a Giorgia Butera, Presidente di Mete.